Redazione

Plan de Corones |Messner Mountain Museum Corones by Zaha Hadid

A 2275 m su Plan de Corones in Trentino Alto Adige, è stato inaugurato di recente il Messner Mountain Museum Corones a firma dell’archistar Zaha Hadid.

Sesto e ultimo della serie MMM (Messner Mountain Museum) dedicato all’alpinismo e al suo mentore Reinhold Messner con immagini delle sue più importanti arrampicate e una collezione di oggetti unici al mondo che lo stesso Messner ha raccolto durante i suoi viaggi nel corso della vita. Parte attiva all’allestimento museale, il grande alpinista racconta: “All’interno del MMM Corones racconto lo sviluppo del moderno alpinismo, dell’attrezzatura, di come sia migliorata nel corso di 250 anni, di trionfi e di tragedie sulle montagne più famose del mondo (Matterhorn, Cerro Torre, K2) e della rappresentazione delle nostre azioni come contraddittoria può sembrare. È incredibilmente emozionante poter inscenare tali storie in un tale palcoscenico”.

Parte attiva all’allestimento museale, il grande alpinista racconta: “All’interno del MMM Corones racconto lo sviluppo del moderno alpinismo, dell’attrezzatura, di come sia migliorata nel corso di 250 anni, di trionfi e di tragedie sulle montagne più famose del mondo (Matterhorn, Cerro Torre, K2) e della rappresentazione delle nostre azioni come contraddittoria può sembrare. È incredibilmente emozionante poter inscenare tali storie in un tale palcoscenico”.

L’architettura è stata studiata in estremo rispetto del paesaggio circostante con un bassissimo impatto visivo. Un’ipogeo distribuito su più livelli con solo una minima sporgenza, quasi a toccare discretamente la natura esterna. Il calcestruzzo è il materiale maggiormente utilizzato per la realizzazione dell’edificio per creare forme geometrie complesse adattabili al proteiforme suolo montano.
L’ingresso del museo è al piano superiore con piccolo shop, biglietteria e guardaroba. Da qui, le scalinate a cascata accompagnano i visitatori alle sale espositive che si sviluppano per i tre livelli sottostanti fino al più basso, che ospita il cuore del museo: grandi spazi per mostre temporanee e a tema.

Ad intensificare il rapporto tra l’edificio e l’ambiente circostante sono grandi finestre panoramiche, che accompagnano i visitatori per tutto il percorso fino alla grande terrazza che offre una vista mozzafiato dalle Alpi dello Zillertal all’Ortles, fino alle Dolomiti.

Nagasaki | Maruhiro flagship store by Yusuke Seki

Il tallentuoso designer giapponese Yusuke Seki ha firmato a Nagasaki il nuovo flagship store di Maruhiro, azienda leader nella produzione di ceramiche e porcellane Hasam.

Migliaia di piatti, tazze e vasi rimodellano il negozio preesistente in un originale connubio tra architettura contemporanea e know-how artigianale locale, famoso per la produzione di ceramiche fin dai primi anni del 17° secolo.

25.000 pezzi di vasellame dai toni neutri compongono una pedana espositiva, fulcro dello spazio commerciale. Ciascun elemento chiamato “Shinikiji” in giapponese, rappresenta uno scarto che da secoli è sempre stato destinato a pozzi di ceramisti locali, che col tempo scarti di tazzine, piatti, vasi e stoviglie riempiti fino all’orlo con calcestruzzo, convertiti in “mattoni” sono diventati un nuovo materiale architettonico a multistrato.

Roma | Montemartini Hotel by King e Roselli Associati e Ottaviano Architetture

Di fronte alle Terme di Diocleziano, nel cuore di Roma, Palazzo Montemartini è il connubio tra comfort, lusso e linee architettoniche all’avanguardia nel settore della ricezione di prestigio. Design innovativo e high tech in elementi classici che caratterizzano l’hotel del Gruppo Ragosta Hotels Collection. 85 camere di cui 25 suite e junior suite, 28 De Luxe, 28 Superior, più sale lounge bar adibite per eventi e congressi.

Dopo un restauro di circa 3 anni, all’interno del palazzo storico dell’agenzia di trasporto autoferrotranviario del Comune di Roma, Palazzo Montemartini è il segno evidente che unisce storicità con evoluzione; concept degli artefici del restyling, l’Ottaviano Architetture di Napoli e il King e Roselli Associati di Roma.

Facciate neoclassiche ricche di fregi, cornici in travertino e stucchi convivono con gli interni inalterati, ma stravolti nella loro natura e funzione, inquanto sapientemente combinati con pezzi di design contemporaneo. Infatti, quella che un tempo era la biglietteria o gli uffici direzionali, lasciati intoccati per mantenere il carattere originario, oggi sono reception e suite, rifiniti con materiali contrastanti ed elementi di ultima generazione.

Una grande parete in onice massello retroilluminato contraddistingue la hall. La pietra è, infatti, l’ elemento onnipresente che impreziosire l’edificio in tutti suoi ambienti; dai pavimenti e rivestimenti del bar, alle vasche da bagno e le docce all’interno delle suite. Le trasparenze del vetro scandiscono lo spazio interno delle camere, così come negli spazi pubblici. In questa fusione di elementi l’acqua è, però, il leitmotiv della struttura, che l’attraversa tutta, dalla hall, alle camere, dai corridoi fino alle 3 piscine a diverse temperature del centro benessere.

Il risultato complessivo è, quindi, un hotel a 5 stelle in cui la varietà di ambienti marca un’identità distintiva e di grande suggestione.

Stoccarda | ICD/ITKE Research Pavilion

Presso l’Università di Stoccarda il ICD/ITKE Research Pavilion 2014-15 è la collaborazione tra l’Institute for Computational Design (ICD) e l’Institute of Building Structures and Structural Design (ITKE).

Nuove progettualità con processi di costruzione robotizzate sono messe in luce dall’originale struttura: un cassero pneumatico flessibile progressivamente irrigidito e rafforzato dall’interno con fibre di carbonio. Un padiglione dalla forma leggera e resistente con qualità architettoniche uniche e strutturalmente molto efficienti.

Il progetto è il risultato di quasi due anni di lavoro di ricercatori e studenti di architettura, ingegneria e scienze naturali. Il padiglione, infatti, è solo l’ultima di una lunga serie di strutture sperimentali, frutto di una ricerca che esplora le potenzialità applicative dei processi innovativi di progettazione e fabbricazione in architettura.

Il concept del lavoro dei due istituti di ricerca si basa sullo studio dei processi di costruzione di strutture fibrorinforzate presenti in natura, riapplicabili in architettura come il nido del ragno palombaro (Argyroneta aquatica). Sono stati analizzati i comportamenti e le regole di progettazione dell’animale che sono poi stati ricreati attraverso un processo di fabbricazione tecnologica.

Il ragno palombaro passa la maggior parte della propria vita sotto l’acqua, motivo per cui, per sopravvivere, costruisce una bolla d’aria rinforzata. Prima di tutto il ragno realizza uno strato di ragnatela sotto il quale si trova la bolla d’aria. In un passaggio successivo la bolla d’aria viene sequenzialmente rinforzata ponendo una disposizione gerarchica di fibre dall’interno. Il risultato è una costruzione stabile per fornire un habitat sicuro e stabile in grado di resistere alle sollecitazioni meccaniche, come il cambiamento delle correnti.

Questo processo di costruzione naturale mostra come le strategie di fabbricazione in grado di adattarsi all’ambiente può essere utilizzato per creare strutture rinforzate e molto efficienti.

Vestvågøya | The Band by AHO Oslo School of Architecture

In un antico villaggio di pescatori, a Vestvågøya gli studenti della Oslo School of Architecture and Design hanno progettato e costruito in soli 24 giorni una sauna che emerge dalla costiera rocciosa sul Mare norvegese.

The Bands è composta da tre strutture a fascia che, uno accanto all’altro, generano una sauna, una terrazza per pic-nic e una vasca idromassaggio. Un’architettura interamente in larice dal chiaro rimando a tre edifici caratteristici del villaggio: una casa di pescatori, un edificio di produzione di olio di fegato di merluzzo e una struttura per la salatura del pesce. Le storiche costruzioni risalenti al 1900, oggi in abbandono, sono il ricordo dello stile di vita di un tempo tipico del territorio, elencati dal 2007 nel ’Piano patrimonio culturale per Lofoten’ della contea di Nordland.

La struttura è composta da quattro zone separate: il lato che emerge dalle rocce crea una vasca d’acqua calda/fredda e un’area di sosta; la facciata anteriore, completamente aperta, offre una vista a 360° sul paesaggio naturale circostante; le fasce laterali, che scendono sulle rocce e avanzano in prossimità del suolo, generano una terrazza principale, con un tavolo, delle panche e un barbecue, creati dalla fascia centrale che si solleva; infine, nella parte più bassa della banchina, le fasce lignee diventano gradini per collegare le diverse altezze al livello del mare, in cui si trova anche un piano per la pulizia del pesce appena pescato.

Taipei | Raw Restaurant by Weijenberg

Nel distretto Zhongshan di Taipei, Raw è l’originale ristorante open space nato della collaborazione tra l’architetto Weijenberg e lo chef André Chiang.

Elemento caratterizzante, lungo 64 m, è una grande scultura sinuosa in legno dalle forme organiche, che accoglie gli ospiti all’ingresso ed attraversa tutto lo spazio fino a fondersi nella sala principale. Qui, gli arredi, i tavoli e le sedie sono disegnati appositamente, realizzati con legno locale e dal design insolito, rendendo l’ambiente originale e variegato.

La forma flessuosa della grande scultura è stata resa possibile grazie alla malleabilità del materiale ligneo, infatti come afferma l’architetto: “Il legno è un materiale eccezionale per essere scolpito e modellato e, le nuove tecnologie rendono il legno un materiale ulteriormente interessante con lui poter lavorare”.

Il fronte, interamente trasparente, mette in mostra gli interni del locale, catturando l’attenzione dei passanti.

Acciaio e sistemi di controventatura sorreggono la struttura di legno dall’interno, studiati per rispondere alle oscillazioni laterali in caso di terremoti (molto frequenti a Taipei). L’assenza di colonne e di elementi verticali in oltre 1300 m² creano un effetto senza soluzione di continuità visiva.

Bordeaux | Nouveau Stade by Herzog & De Meuro

Inaugurato da poco il Nouveau Stade di Bordeaux a firma dello studio svizzero Herzog & de Meuron in collaborazione con lo studio Groupe 6, il paesaggista francese Michel Desvigne e al gruppo VinciFayat.

 Lo stadio è la nuova sede della squadra francese FC Girondins de Bordeaux, dove si disputeranno i campionati europei di calcio di Francia 2016, le partite di rugby della Union Bordeaux-Begles e numerosi eventi culturali, concerti e spettacoli. Costruito nel polmone verde di Bordeaux, il progetto si integra con l’ambiente circostante, riproponendo nei suoi elementi costruttivi gli alberi e i sentieri che caratterizzano il paesaggio.

Inusuale leggerezza per un volume monumentale di 42.000 posti a sedere dall’ottima visibilità in cui lo spazio delle tribune è completamente libero da elementi strutturali. Rimando al tempio classico per le grandi scale dello stadio sviluppate sull’alto basamento che definiscono il confine tra interno ed esterno. L’elegante copertura bianca, dall’inusuale forma rettangolare, è sorretta da 900 esili colonne d’acciaio.

L’architettura del nuovo stadio è il risultato della combinazione di tre elementi: il contenitore a forma di ciotola che accoglie giocatori e pubblico, l’elemento di transizione definito dal corridoio tra il campo e lo spazio esterno e infine, l’aspetto compositivo dell’architettura che riflette le caratteristiche intrinseche del sito.

Seoul | Skygarden di MVRDV

La strada tra Namdaemun Market e la parte ovest di Seoul trova una nuova collocazione nella pianificazione urbana di Seoul.

Il gruppo di architetti e progettisti urbani MVRDV, fondato nel 1993, ha dato vita ad un progetto da realizzare entro il 2017 per trasformare i 938 metri di percorso stradale in un enorme vivaio di piante, alberi e fiori. Il progetto Seoul Skygarden, realizzato in collaborazione con lo studio Makkink & Bey, Ben Kuipers e Winy Maas trasformerà 9.661 m² di asfalto in un vivaio di serre, biblioteche, negozi e attività all’aperto che puntano alla filosofia dell’ecosostenibilità.

Lo studio di architetti MVRDV che ha sede a Rotterdam è stato scelto per trasformare questa infrastruttura cittadina secondo un nuova chiave di lettura, rendendo il Seoul Overpass, una High Line in stile newyorkese, un percorso rigenerato ed ecocompatibile. L’amministrazione, lanciato un bando sulle possibili soluzioni di reimpiego della sopraelevata, ha suggerito un nuova sfida per adattare a rinnovate esigenze una struttura destinata all’abbattimento.

Il percorso all’interno della città sarà reso più fluido e accorcerà i tempi di percorrenza pedonale testando nuove soluzioni ambientali e generando un nuovo contesto sociale fortemente integrato con la struttura del centro di Seoul.

Con gli architetti e progettisti del MVRDV si può contare su un approccio che dedica forte attenzione al reimpiego delle architetture già esistenti, ispirandosi al riuso funzionale dello spazio pubblico e del quartiere in modo compatibile con le strutture preesistenti e i processi di cambiamento in atto nell’ambiente urbano.

Monterrey | Esfera City Centre di Zaha Hadid

Zaha Hadid approda in Messico. Lo studio dell’archistar ha da pochi giorni presentato il suo primo lavoro in territorio messicano, il “Esfera City Centre“. Si tratta di un grande progetto di sviluppo urbano ad alta densità nella città Monterrey, la terza metropoli del Messico per numero di abitanti.

Forme sinuose e progetti avvenieristici sono gli elementi distintivi dell’architetto iracheno, che rispetto al progetto iniziale, di 12 torri residenziali, ha proposto tre edifici da 9 piani a sviluppo longitudinale con 981 unità abitative. Il grande complesso è situato nel canyon Huajuco a sud-est della città, in un contesto di grande complessità urbana, a cavallo tra l’autostrada ad otto corsie e gli insediamenti periferici a bassa densità.

L’Esfera City Centre è stato progettato per rispondere alla grande domanda di abitazione da parte di una popolazione in rapidissima crescita. La morfologia architettonica è stata ideata in modo tale da potersi adattare alle diverse condizioni del contesto in cui è inserita. Le stecche residenziali si sviluppano su tre lati dell’area rettangolare ed ogni unità abitativa, che varia dai 60 m²  ai 250 m² , dispone di un balcone privato con affaccio sulla grande corte verde. L’affascinante effetto scenico che si crea è quello di un grande alveare, le cui forme ad incastro sono un fortissimo richiamo all’architettura vernacolare messicana. L’orientamento degli edifici è stato disegnato in base al percorso del sole, nonché per schermare residenti dai venti forti.

Facendo propri i principi della CPTED (prevenzione della criminalità attraverso la progettazione ambientale) primo tra tutti quello dell’accoglienza, il progetto dello studio Zaha Hadid Architects contribuisce all’integrazione cittadina includendo spazi pubblici al suo interno, che possano accogliere insieme residenti e passanti. Il progetto prevede, infatti, un parco pubblico di 30.000 m²  con uno skate park, una caffetteria, aree giochi, una cappella, un anfiteatro, aree pic-nic, spazi per il relax e due hotel.

La realizzazione dell’ Esfera City Centre prevede tre distinte fasi di sviluppo. La prima, che prevede la costruzione di 353 unità abitative, sarà completata entro il 2018.

Venezia | 56ma Biennale Arte

Il 2015 è l’anno della città di Milano che da poco ha dato il via all’Esposizione Universale, raccogliendo già diversi record tra visitatori, partecipanti ed architetture tra le più grandi mai realizzate in un’Expo come il “tetto intelligente” del padiglione USA. Proprio in occasione di Expo 2015 anche La Biennale di Venezia si è adeguata al trend, inaugurando prima del previsto.

Okwui Enwezor, uno dei più importanti curatori d’arte contemporanea, per la 56ma Biennale Arte di Venezia, aperta fino al 22 novembre, ha chiamato a raccolta ‘Tutti i Futuri del Mondo’ (All The World‘s Futures). La Mostra è arricchita da 89 Partecipazioni nazionali e 44 Eventi Collaterali ufficiali promossi da enti e istituzioni internazionali, che hanno puntellato la città lagunare di mostre ed iniziative, una tra queste il #artbiennaleinstameet promosso da Venezianavivere, già alla sua seconda edizione dove il Social più in voga del momento è non solo un mezzo di diffusione e promozione ma anche di espressione artistica attraverso la fotografia di professionisti ed appassionati.

La kermesse veneziana è il place to be, l’occasione per “osservare il rapporto tra l’arte e la realtà umana, sociale e politica”, come afferma il direttore della Biennale, Paolo Baratta. Sculture mutilate come le nove grandi sculture bianche di fiberglass all’ingresso dei Giardini degli artisti indiani Raqs Media Collective ‘Coronation Park’, i vetri rotti al padiglione norvegese, i neon intriganti di Bruce Nauman, il Muro occidentale o del Pianto fatto di valige per i campi di concentramento alle corderie dell’Arsenale, sono solo una serie dei racconti dedicati ad una Biennale riflessiva, articolata e multicentrica, in cui gli artisti (136 artisti coinvolti, dei quali 89 al debutto e provenienti da 53 paesi di tutto il mondo) si misurano con la storia e la sua eredità.

Imperdibile il padiglione Giappone intitolato ‘The Key in the Hand’ dell’artista giapponese Chiharu Shiota, progettato per dare alle persone che visitano il padiglione un senso di familiarità e di quotidianità attraverso una miriade di fili rossi che legano le chiavi dei ricordi, piovendo dal soffitto su un’enorme una barca, e dall’efficace impatto avvolgente e coinvolgente. Da dedicare al proprio viaggio a Venezia anche la scoperta di opere di grande pregio in spazi segreti, chiusi spesso durante il resto dell’anno, come il finemente restaurato Palazzo Grimani con la mostra intitolata Frontiers Reimagined.

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