Venezia | 56ma Biennale Arte

Il 2015 è l’anno della città di Milano che da poco ha dato il via all’Esposizione Universale, raccogliendo già diversi record tra visitatori, partecipanti ed architetture tra le più grandi mai realizzate in un’Expo come il “tetto intelligente” del padiglione USA. Proprio in occasione di Expo 2015 anche La Biennale di Venezia si è adeguata al trend, inaugurando prima del previsto.

Okwui Enwezor, uno dei più importanti curatori d’arte contemporanea, per la 56ma Biennale Arte di Venezia, aperta fino al 22 novembre, ha chiamato a raccolta ‘Tutti i Futuri del Mondo’ (All The World‘s Futures). La Mostra è arricchita da 89 Partecipazioni nazionali e 44 Eventi Collaterali ufficiali promossi da enti e istituzioni internazionali, che hanno puntellato la città lagunare di mostre ed iniziative, una tra queste il #artbiennaleinstameet promosso da Venezianavivere, già alla sua seconda edizione dove il Social più in voga del momento è non solo un mezzo di diffusione e promozione ma anche di espressione artistica attraverso la fotografia di professionisti ed appassionati.

La kermesse veneziana è il place to be, l’occasione per “osservare il rapporto tra l’arte e la realtà umana, sociale e politica”, come afferma il direttore della Biennale, Paolo Baratta. Sculture mutilate come le nove grandi sculture bianche di fiberglass all’ingresso dei Giardini degli artisti indiani Raqs Media Collective ‘Coronation Park’, i vetri rotti al padiglione norvegese, i neon intriganti di Bruce Nauman, il Muro occidentale o del Pianto fatto di valige per i campi di concentramento alle corderie dell’Arsenale, sono solo una serie dei racconti dedicati ad una Biennale riflessiva, articolata e multicentrica, in cui gli artisti (136 artisti coinvolti, dei quali 89 al debutto e provenienti da 53 paesi di tutto il mondo) si misurano con la storia e la sua eredità.

Imperdibile il padiglione Giappone intitolato ‘The Key in the Hand’ dell’artista giapponese Chiharu Shiota, progettato per dare alle persone che visitano il padiglione un senso di familiarità e di quotidianità attraverso una miriade di fili rossi che legano le chiavi dei ricordi, piovendo dal soffitto su un’enorme una barca, e dall’efficace impatto avvolgente e coinvolgente. Da dedicare al proprio viaggio a Venezia anche la scoperta di opere di grande pregio in spazi segreti, chiusi spesso durante il resto dell’anno, come il finemente restaurato Palazzo Grimani con la mostra intitolata Frontiers Reimagined.

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