Viaggi di Architettura è presente al Salone del Mobile – edizione #mdw2016 per raccontarvi le ultime tendenze nel mondo del design contemporaneo in mostra tra eventi e manifestazioni in giro per la capitale meneghina. Continue Reading
In occasione dell’edizione #mdw2016 – Salone Del Mobile, la Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte, Living e Yoox.com presentano dal 12 al 17 aprile presso la Veneranda Biblioteca Ambrosiana, Doppia Firma. Continue Reading
L’edizione 2016 del Salone del Mobile a Milano è iniziata all’insegna di grandi eventi e manifestazioni per tutta la città. Viaggi di Architettura è presente a Milano a caccia di novità e tendenze anche in ispirazione per le prossime proposte di tour inserite nella voce ‘Milano Experience‘. Continue Reading
Lumiere, compie 25 anni, la lampada di Foscarini, in vetro soffiato e appoggiata ad un treppiede di alluminio. Continue Reading
Nel chiassoso ed altamente inquinato distretto vietnamita di Tan Binh, il Thao Ho Home Furnishings è un satellite ‘green’, che nasce dall’attuale concept dell’architettura responsabile nel proteggere l’ambiente.
A firma del MW Archstudio, il design dello showroom, simile all’installazione di Ai Weiwei per il padiglione Germania alla Biennale del 2013, è studiato per essere bar, ristorante, spazio espositivo e persino abitazione. L’illuminazione non è artificiale e la ventilazione naturale è favorita dall’esposizione dell’edificio, che riesce a minimizzare il rumore e la polvere dall’atmosfera circostante. L’areazione funziona ugualmente anche in assenza di circolo d’aria grazie a dei ventilatori a soffitto che consumano pochissima energia.
L’edificio è realizzato con materiali di riciclo da rifiuti industriali e al suo interno sono presenti diversi alberi, che agiscono da filtro all’inquinamento atmosferico ed espongono il messaggio positivo di benessere e di salute.
Il tallentuoso designer giapponese Yusuke Seki ha firmato a Nagasaki il nuovo flagship store di Maruhiro, azienda leader nella produzione di ceramiche e porcellane Hasam.
Migliaia di piatti, tazze e vasi rimodellano il negozio preesistente in un originale connubio tra architettura contemporanea e know-how artigianale locale, famoso per la produzione di ceramiche fin dai primi anni del 17° secolo.
25.000 pezzi di vasellame dai toni neutri compongono una pedana espositiva, fulcro dello spazio commerciale. Ciascun elemento chiamato “Shinikiji” in giapponese, rappresenta uno scarto che da secoli è sempre stato destinato a pozzi di ceramisti locali, che col tempo scarti di tazzine, piatti, vasi e stoviglie riempiti fino all’orlo con calcestruzzo, convertiti in “mattoni” sono diventati un nuovo materiale architettonico a multistrato.
Di fronte alle Terme di Diocleziano, nel cuore di Roma, Palazzo Montemartini è il connubio tra comfort, lusso e linee architettoniche all’avanguardia nel settore della ricezione di prestigio. Design innovativo e high tech in elementi classici che caratterizzano l’hotel del Gruppo Ragosta Hotels Collection. 85 camere di cui 25 suite e junior suite, 28 De Luxe, 28 Superior, più sale lounge bar adibite per eventi e congressi.
Dopo un restauro di circa 3 anni, all’interno del palazzo storico dell’agenzia di trasporto autoferrotranviario del Comune di Roma, Palazzo Montemartini è il segno evidente che unisce storicità con evoluzione; concept degli artefici del restyling, l’Ottaviano Architetture di Napoli e il King e Roselli Associati di Roma.
Facciate neoclassiche ricche di fregi, cornici in travertino e stucchi convivono con gli interni inalterati, ma stravolti nella loro natura e funzione, inquanto sapientemente combinati con pezzi di design contemporaneo. Infatti, quella che un tempo era la biglietteria o gli uffici direzionali, lasciati intoccati per mantenere il carattere originario, oggi sono reception e suite, rifiniti con materiali contrastanti ed elementi di ultima generazione.
Una grande parete in onice massello retroilluminato contraddistingue la hall. La pietra è, infatti, l’ elemento onnipresente che impreziosire l’edificio in tutti suoi ambienti; dai pavimenti e rivestimenti del bar, alle vasche da bagno e le docce all’interno delle suite. Le trasparenze del vetro scandiscono lo spazio interno delle camere, così come negli spazi pubblici. In questa fusione di elementi l’acqua è, però, il leitmotiv della struttura, che l’attraversa tutta, dalla hall, alle camere, dai corridoi fino alle 3 piscine a diverse temperature del centro benessere.
Il risultato complessivo è, quindi, un hotel a 5 stelle in cui la varietà di ambienti marca un’identità distintiva e di grande suggestione.
Nel distretto Zhongshan di Taipei, Raw è l’originale ristorante open space nato della collaborazione tra l’architetto Weijenberg e lo chef André Chiang.
Elemento caratterizzante, lungo 64 m, è una grande scultura sinuosa in legno dalle forme organiche, che accoglie gli ospiti all’ingresso ed attraversa tutto lo spazio fino a fondersi nella sala principale. Qui, gli arredi, i tavoli e le sedie sono disegnati appositamente, realizzati con legno locale e dal design insolito, rendendo l’ambiente originale e variegato.
La forma flessuosa della grande scultura è stata resa possibile grazie alla malleabilità del materiale ligneo, infatti come afferma l’architetto: “Il legno è un materiale eccezionale per essere scolpito e modellato e, le nuove tecnologie rendono il legno un materiale ulteriormente interessante con lui poter lavorare”.
Il fronte, interamente trasparente, mette in mostra gli interni del locale, catturando l’attenzione dei passanti.
Acciaio e sistemi di controventatura sorreggono la struttura di legno dall’interno, studiati per rispondere alle oscillazioni laterali in caso di terremoti (molto frequenti a Taipei). L’assenza di colonne e di elementi verticali in oltre 1300 m² creano un effetto senza soluzione di continuità visiva.
Intitolata Baracche e Baracchette, ha aperto a Milano il 10 marzo l’esposizione dedicata a Michele De Lucchi, in mostra sino al 4 aprile.
I lavori dell’architetto e designer italiano si compongono di circa venti sculture in legno e disegni visitabili presso la Galleria Antonia Jannone al civico 125 di Corso Garibaldi. A tratti omogenee, a tratti irregolari e asimmetriche, le miniature del designer ferrarese richiamano piste visive da inseguire attraverso profondità e solchi cesellati nel legno. Il noce, materiale di buona consistenza, duttile e lavorabile, caratterizza i manufatti di Michele De Lucchi, oggetti compatti e razionalmente definiti, perlopiù di forma squadrata e liscia che consente di apprezzarne già al tatto le peculiarità materiali. I singoli pezzi si assemblano con la colla secondo proporzioni mutevoli e mai definitive come all’artista piace sottolineare.
Nulla immutabile, nulla eterno, le baracche siamo noi. La colla poi, aggrega senza deturpare; non fora, non deforma né rompe, permettendo di assommare e sottrarre piani su piani come mattoncini di una costruzione sbilenca e frammentata che ricerca comunque una propria armonia.
Attiva dal 1979, la Galleria Antonia Jannone Disegni di Architettura si afferma nel panorama culturale coinvolgendo nel tempo numerosi attori della scena nazionale e internazionale, Ettore Sottsass, Andrea Branzi, Aldo Rossi, Ugo La Pietra, Vittorio Gregotti, Aldo Cibic, Alvaro Siza e Mario Botta per citarne alcuni. Proponendo forme e connessioni che spaziano dal design alla fotografia, dalla pittura alla scultura, la gallerista di origini napoletane appare costantemente interessata ad una forma d’arte che spingendo oltre lo strettamente progettuale ricerchi l’espressività più intima e poetica degli architetti.
È dello studio Metaphor il progetto House of Salad di Bangkok: una “casa vetro” nel cortile di un artista.
Attraverso l’uso del colore, della luce e degli arredi, i 140 mq reinterpretano lo spazio in un rifugio onirico dall’atmosfera rilassata e dedita alla creatività. Al suo centro, il ristorante con cucina a vista per il palcoscenico di lavoro degli chef, incorniciata da una struttura in legno e vetro. Tavoli e sedie in legno, abbinati con profili neri e coordinati da divani bianchi. Una grande tenda suddivide l’ambiente in uno spazio intimo e raccolto.
Il viaggio all’interno del House of Salad è reso sensoriale dai materiali: pareti in mattoni dalle sfumature grigio tenue che uniformano l’ambiente grazie a delle sfere luminose, che scendono dal soffitto e infondono una luce calda dai toni seppiati. Schizzi, disegni, spartiti e strumenti musicali sono appesi ai muri rendendo il ristorante ancora più coinvolgente. Le aste dei tendaggi si piegano sotto il peso dei panneggi e cornici vuote sui muri simulano le finestre mancanti attraverso le quali i clienti possono guardare fuori usando la propria immaginazione.