Categoria: Eventi & Concorsi

Architettura da rigore: i dieci stadi della coppa del mondo

Soccer city Stadium

Soccer city Stadium a Johannesburg nel sobborgo di Soweto ospiterà il match iniziale della coppa del mondo. Già completato nel 1989 e celebre per aver ospitato il primo discorso di Nelson Mandela dopo la sua liberazione nel 1990 è stato rinnovato su progetto degli architetti Boogertman Urban Edge and Partners per arrivare ad ospitare fino a 94.700 persone e diventare il più grande stadio del continente africano. Il design si ispira al calabash vaso tradizionale africano, rendendolo immediatamente riconoscibile .

Moses Mabhida Stadium a Durban

Aperto nel novembre 2009 il complesso multifunzionale è stato progettato dai Gmp Architekten, e comprende lo stadio di 54 mila posti che può arrivare ad ospitarne 80.000, un comlesso sportivo e più di 7000 metri quadrati di spazi commerciali. Uno spettacolare arco di 350 metri fa da supporto alla copertura ed è percorribile con una funicolare. Dall altezza di 104 metri si può ammirare un panorama mozzafiato sulla città di Durban e l’oceano indiano.

Green Point stadium a Cape Town

Questa eccezionale struttura è stata progettata da Gmp Architekten in collaborazione con Louis Karol, Point Architects and Urban Designers. L’immagine di Città del Capo si caratterizza per l’interazione tra la Table Mountain e Signal Hill, un paesaggio soffice e collinoso e il circostante Oceano Atlantico. Green Point Stadium si trova ai piedi di Signal Hill. L’involucro esterno dello stadio è stato progettato come una membrana astratta con uno schema lineare. La sua silhouette ondulata lo rende un oggetto scultoreo e intensifica la sua integrazione nel paesaggio. La struttura della copertura rassomiglia ad una ruota di bicicletta aperta nel mezzo. Lo stadio ha una capacità di 68.000 posti . Nella progettazione sono stati tenuti in conto criteri di sostenibiltà per quanto riguarda acqua e energia elettrica. Il 95% dei componenti del vecchio Green Point Stadium è stato riciclato e riutilizzato.

Ellis Park Stadium a Johannesburg

Ellis Park è uno stadio da a 62.567 posti aperto nel 1928 . Si trova ad est di Johannesburg nell’Ellis Park Word of Sports in uno dei più antichi sobborghi della città Doornfontein. Albonico Sack Mzumara (ASM), uno studio di architettura e urbanistica di Johannesburg è stato incaricato dall’agenzia di sviluppo di Johannesburg in collaborazione con MMA Architects di preparare un progetto urbano e un business plan per lo sviluppo del Greater Ellis Park. Lo stadio è stato interessato da importanti interventi di rinnovo come un nuovo tetto, un nuovo ingresso sul lato nord ed un parcheggio di 5 livelli per 1200 auto.

Loftus Versfeld Stadium a Pretoria

Il più grande stadio di Pretoria è stato costruito nel 1906. E’ tra i più vecchi stadi del Sud Africa, usato per più di un secolo per ospitare eventi sia calcistici che partite di rugby ed è lo stadio di una delle migliori squadre di rugby, i Blue Bulls. Ha subito recentemente lavori di ampliamento e modernizzazione e può ospitare 51.762 posti.

Nelson Mandela Bay stadium a Port Elizabeth

Nelson Mandela Bay Stadium è il terzo stadio progettato dai Gmp Architekten è si trova a Port Elizabeth sulle rive del North End Lake. Situato immediatamente accanto ad esso l’edificio si riflette nelle sue acque offrendo una vista meravigliosa. Lo stadio puo contenere 48.459 posti. L’elemento che maggiormente lo contraddistingue è la sua copertura fatta di petali bianchi che si incastrano tra di loro e danno origine al suo soprannome il “Sunflower”. La copertura tiene conto delle condizioni climatiche locali e protegge gli spettatori non solo dal sole ma anche dalle frequenti e violente raffiche di vento. I dispositivi tecnici sono incorporati anch’essi nella copertura.

Free State Stadium a Bloemfontein

Questo stadio a Bloemfontein fu costruito nel 1995 per ospitare la coppa del mondo di Rugby. E’ stato rinnovato con l’aggiunta di una seconda gradinata sul lato ovest della tribuna principale. L’aggiunta di questa seconda gradinata ha aumentato la capienza dello stadio da 36.538 a 48.000 posti.

Peter Mokaba Stadium a Polokwane

Peter Mokaba Stadium progettato da Prism Architects ha una capcaità di 46.000 posti e presenta un materiale innovativo per il campo da gioco costituito da erba naturale rinforzata con fibre di erba sintetica. Il design di questa struttura in cimento si è ispirato all’albero locale il Baobab. Si può vedere nelle strutture che supprotanto il tetto e nelle strutture verticali “a tronco” che ospitano le rampe di circolazione e i servizi.

Royal Bafokeng Stadium a Rustenburg

Lo stadio è stato completato nel 1999. Si trova a Phoken nei pressi di Rustenburg. E’ stato progettato come un complesso sportivo che potesse servire il calcio il rugby e l’atletica. Ha una capacità di 44.530 posti dopo l’aggiunta di nuove sedute nel 2009. Inoltre è stato migliorato con l’aggiunta di una copertura con travi a sbalzo che protegge dal sole una parte della tribuna ovest. Lo stadio appartiene alla comunita locale di Royal Bakefong.

Mbombela Stadium a Nelspruit

Mbombela Stadium si trova a est di Nelspruit. Progettato da R&L Architect Interiors ha una forma rettangolare arrotondata che consente a tutti gli spettatori una buona vista sul campo di azione. Il pattern delle sedute rispecchia la colorazione di una zebra, così come i 18 piloni che sorreggono la copertura a sbalzo rassomigliano a delle giraffe. Tra lo spazio delle sedute e il tetto, un vuoto di 6 metri permette una ventilazione naturale e inquadra il panorama circostante. Lo stadio ha una capacità 43.500 posti.

Venezia | 14 Mostra Internazionale di Architettura

Ha aperto i battenti la XIV Mostra Internazionale di Architettura di Venezia, diretta da Rem Koolhaas, l’archistar olandese che ha scelto di intirolarla ‘Fundamentals’. “Credo che oggi non abbia più senso parlare di architettura svizzera, cinese o indiana. A ciascun paese chiederemo di raccontare la propria storia negli ultimi 100 anni in relazione all’idea di modernità, che sia stata accettata o rifiutata. Cercheremo insieme di capire come mai 100 anni fa era possibile parlare di architetture nazionali e ora non più. Ci chiederemo come siamo arrivati a una situazione in cui tutti costruiscono le stesse cose” come ha dichiarato Koolhaas. Una mostra diversa nei contenuti e nella forma, in cui si parla di architettura e non di architetti, un grande laboratorio dedicato alla realizzazione di un unico grande progetto denominato ‘Una Ricerca Corale sull’Architettura!’.

La Biennale è divisa in tre sezioni distinte: Absorbing Modernity 1914-2014, Elements of Architecture, Monditali. L’ultima sezione è dedicata all’Italia, ospitata alle Corderie dell’Arsenale, dove tra eventi, 82 film, 41 progetti di ricerca e rappresentazioni teatrali si assiste ad una scansione dell’Italia e della complessità della sua società, che, come altre nel mondo, rappresenta un punto di riferimento e d’ispirazione per l’architettura. Il racconto della realtà italiana coinvolge in contemporanea, per la prima volta, anche i settori di Danza, Musica, Teatro e Cinema della Biennale, in grado di offrire un ritratto collettivo del paese ospitante. Il Padiglione Italia all’Arsenale, è stato curato dall’architetto Cino Zucchi ed organizzato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali in collaborazione con la PaBAAC.

Nei giorni dell’inaugurazione la Biennale si è tinta di social, grazie alla collaborazione del team Veneziadavivere e IgersVenezia, che ha ospitato nella città lagunare importanti Instagramer provenienti da tutto il mondo. L’instameet è partito dall’isola di San Giorgio con l’opera di land art ‘The Sky Over Nine Columns’ a firma di Heinz Mack, realizzata in collaborazione con la Fondazione Giorgio Cini. Imponenti colonne dorate hanno già fatto il giro del mondo grazie ai fiumi di scatti che gli Instagrammer hanno pubblicato in diretta con l’hashtag #architecturebiennaleinstameet. Tutte le immagini rimarranno, infatti, sulle pagine di Veneziadavivere creando un reportage sugli eventi d’arte, cultura, ma soprattutto architettura che accenderanno Venezia.

Tra le numerose attività organizzate da Le Stanze del Vetro, abbiamo partecipato alla performance della ‘Glass Tea House Mondrian’ di Hiroshi Sugimoto, celebre per i suoi scatti black&white. Il fotografo giapponese, prestato per la prima volta all’architettura, ha realizzato un padiglione temporaneo ispirato alla tradizione giapponese della cerimonia del tè. Un cubo di vetro trasparente in cui un maestro cerimoniere accoglie due visitatori alla volta per il tradizionale rituale, mentre il pubblico può assistere dall’esterno della struttura. Un’altra novità della Biennale è la partecipazione del Kosovo, con un padiglione ricco di immagini, per illustrare l’architettura di una terra piena di contraddizioni e numerose contaminazioni culturali.

Bergamo | I Maestri del Paesaggio

Dal 7 al 22 settembre la splendida Piazza Vecchia di Città Alta, salotto buono di Bergamo, si trasforma in un giardino anzi, quest’anno addirittura in un bosco, per un evento che coinvolge turisti, cittadini, appassionati dei fiori e del verde ed esperti dell’architettura naturalistica: la III edizione de “I maestri del Paesaggio – Internatonal Meeting of the Landscape and garden”.

Quest’anno la manifestazione, che è una delle più importanti sul paesaggio a livello internazionale, è dedicata all’acqua, come suggerisce l’esplicito sottotitolo Feel the water facendo seguito al dibattito avviato con l’Expo di Saragozza del 2008 su Acqua e sviluppo sostenibile. Acqua come elemento naturale, dunque, fonte di vita ma anche elemento progettuale, dalla ideazione più innovativa dei paesaggi urbani alla rete di fiumi canali e fossi che da secoli incorniciano le pianure. La manifestazione si inserisce così nella linea culturale prevista in occasione dell’Expo Milano del 2015, e il suo clou è la terza edizione del convegno “I Maestri del Paesaggio” il 14 e il 15 settembre.

Fra i relatori dell’edizione 2013 sono presenti le più autorevoli firme di paesaggisti, Garden Designers, Landscape Architects selezionati da Arketipos, l’agenzia che gestisce il tutto: Sophie Agata Ambroise (CH), che ha progettato il verde dell’Hotel Bulgari di Milano e di altri resort di lusso in tutto il mondo; l’Arch. Marco Bay (IT), firma del giardino dell’Hangar Bicocca e dei giardini storici del Lago d’Orta, George Hargreaves (USA), autore del masterplan per le Olimpiadi di Sydney 2000, Tom Stuart Smith (UK), autore del nuovo giardino del Castello di Windsor, Hinnerk Wehberg (DE), primo classificato del Chelsea Flower Show 2013 e Piet Oudolf (NL), monumento della progettazione green e autore di The High Line, il parco sospeso di New York costruito sulla ferrovia urbana dismessa da anni. Il filosofo Silvano Petrosini porta il suo contributo sul tema “L’etica di abitare la terra”.

Oltre ai momenti di convegno, sono previsti diversi seminari formativi, come l’atteso workshop di fotografia tenuto da Clive Nichols, uno dei più apprezzati Landscape Photographer. E sono previste pause di piacere come gli Aperitivi del Paesaggio, durante i quali si brinda alla bellezza della natura insieme ad esponenti del mondo culturale, letterario, accademico e dello spettacolo, e gli spuntini “golosi” proposti dai migliori chef di Bergamo Alta. Ecco l’elenco: Baretto di San Vigilio, Caffè della Funicolare, Colleoni, dell’Angelo Colombina, Da Franco, Da Mimmo, Gourmet, Lalimentari, La Tana, San Lorenzo, San Michele, Sant’Ambroeus, Vineria Cozz.

Venezia | Palazzo Enciclopedico di Massimiliano Gioni

Il Palazzo Enciclopedico è il sogno di un museo che ospita tutta la conoscenza del mondo, nonché un progetto depositato presso l’ufficio brevetti statunitense il 16 novembre 1955 dall’artista italo-americano Marino Auriti. Un’idea che ha ispirato il giovane curatore Massimiliano Gioni, direttore artistico della Fondazione Nicola Trussardi e regista alle esposizioni del New Museum di New York, per la 55° Biennale d’arte di Venezia; una città che si presta come palcoscenico ideale per eventi di mondaneità internazionali, che merita un viaggio anche durante le avversità atmosferiche, come è successo quest’anno, sotto una persistente pioggia durata per tutta la celebrazione inaugurale.

Tema stravagante che ha tessuto la sua strada senza soluzione di continuità (il piano di Auriti non è stato mai realizzato) attraverso i showspaces, dove opere dello scorso secolo sono state presentate assieme a quelle di nuova generazione. Un’ondata costante di spettatori e code infinite per entrare ai padiglioni come è successo al padiglione tedesco, dove Ai Weiwei ha installato 886 sgabelli volanti o al padiglione danese, dove Jesper Just ha per l’occasione trasformato l’architettura del padiglione in un ambiente immersivo e multi-sfaccettato, che unito al video formano una sintesi.

Inaspettatamente i più apprezzati sono stati Irlanda, Cile e Galles. Oltre al tour de force ai Giardini e all’Arsenale, molti sono stati anche i Padiglioni e le manifestazioni collaterali, che hanno costellato Venezia. Un bell’esempio al Museo Correr con una una retrospettiva di Anthony Caro; all’Isola di San Giorgio con le sculture giunoniche di Marc Quinn; alla Fondazione Swarovski nella Basilica di San Giorgio, John Pawson ha presentato un’elegante scultura: una grossa lente che riflette le ‘Perspectives’ nascoste ad occhio nudo del soffitto; a Palazzo Grassi la fotografatissima installazione-scenografia di tappeti rossi di Rudolf Stingel e per citarne ancora uno, a Palazzo Cavalli-Franchetti tra il Guggenheim e l’Accademia delle Belle Arti (sede per la prima volta del Padiglione Tuvalu) con il poetico e molto trendy progetto ‘Last Train’ dell’artista-designer libanese Ron Arad, sponsorizzato niente meno che da Steinmetz Diamonds.

Guangzhou | The New Original di Droog Design

Il collettivo olandese Droog Design, sempre un passo avanti agli altri, ha deciso di capovolgere il concetto di pirateria in Cina, organizzando una mostra con il Today Art Museum di Pechino e l’Oct Art and Design Gallery di Shenzen e le loro copie di oggetti cinesi nel Hi space, zhen Jia shopping, centro commerciale di Guangzhou.

Mentre le compagnie cinesi e il governo lottano per estirpare la loro fama oramai largamente consolidata di imitatori (tema già affrontato da VdA), il progetto di Droog Design dal nome significativo The New Original suggerisce che il processo di imitazione può andare oltre la mera replica nel momento in cui vengono messi in atto dei piccoli adattamenti che possono rappresentare un elemento di innovazione per quegli stessi oggetti copiati.

Gli oggetti in mostra includono una tradizionale teiera cinese con un manico più robusto e un ristorante cinese all’interno di una vasca per pesci. In totale saranno 26 gli oggetti in mostra che sono stati creati a Shenzen -che Droog ha soprannominato l’epicentro della cultura dell’imitazione- nell’ambito di un workshop organizzato dal Droog Lab. Tra i designers che vi hanno preso parte ci sono Richard Hutten, Ed Annink, Stanley Wong e Urbanus. La Direttrice e cofondatrice di Droog Renny Ramakers ha dichiarato in una recente intervista che si è raggiunto un livello tale di saturazione nel design e nel mercato che è tempo di pensare a come utilizzare tutto questo surplus e usarlo nella progettazione, e che in un certo senso l’imitazione può anche essere vista come ispirazione.

Roma | ArchitectsParty di Towant

ArchitectsParty, l’evento organizzato da Towant, di cui VdA è EventPartner, è giunto al secondo appuntamento dopo quello torinese.

Dal 6 al 10 maggio prossimo, a Roma, seguendo il format di Towant, negli studi di architettura di Agape, Arclinea, Corà Legnami, Dornbracht, Essequattro + nero3, Gaggenau, Kaldewei, Luceplan, Moroso, Stone Italiana e Tubes sono in programma aperitivi e attività di networking per scambiarsi idee su progetti e soluzioni.

Architetti, designer, giornalisti di settore, personale delle aziende partner, in un’atmosfera informale e semplice entreranno in contatto e relazione, in una specie di contaminazione creativa tra professionisti in relax.

Ecco le immagini dell’ArchitectsParty 2012.

Broken Hill | Lego Forest

50 anni e non li dimostra! LEGO li festeggia in giro per l’Australia con una serie di installazioni. La più recente è stata realizzata, dal 2 al 12 luglio, nella cittadina rurale di Broken Hill nel New South Wales.

Increduli, i residenti si sono svegliati in una foresta magica, adornata da 15 pini di gomma alti 4 metri e da un set di altrettanti 15 fiori, 66 volte più grandi degli originali delle celebri costruzioni. Giocattoli viventi in un territorio iconico e vibrante come il Living Desert; una riserva spettacolare tra colori di terra rossa e cieli azzurro intenso.

Mentre nel mese di aprile, la Foresta è stata circondata dal cemento di Martin Place nel centro di Sydney, dove è iniziato il Lego Festival of Play; un progetto che comprende varie iniziative tra cui uno spot in stop motion dedicato alla storia del marchio danese nel paese dei canguri, da quando il venditore John Peddie era arrivato nella capitale nel 1962.

Immagini per gentile concessione di LEGO®.

Roma | Open House

Questo fine settimana a Roma c’è Open House, organizzato dall’Ass. Open City Roma. Primo appuntamento in Italia di un’iniziativa nata a Londra, il Open House Worldwide.

L’evento è aperto al pubblico con visite guidate a piedi o in bici e gratuite alla scoperta della Città Eterna e, con l’eccezionale partecipazione di celebri progettisti, che per l’occasione guideranno personalmente alcune visite.

Il programma è sia cartaceo che virtuale, grazie ad un’applicazione smartphone.

Francoforte | Luminale 2012

Più di 140.000 visitatori e centinaia di installazioni luminose hanno animato le notti di Francoforte. Dal 15 al 20 aprile, Luminale 2012 Biennale of Lighting Culture – ha trasformato una città in un’esplosione di colori. Ovunque, installazioni luminose che avevano per tema la Luce e in concomitanza, non a caso, il Light + Building, la fiera internazionale dell’illuminotecnica.

Il tutto tra sogno ad occhi aperti e vetrina urbana dell’innovazione: un momento di interazione sociale tra i luoghi e i soggetti che li attraversano, dove in mezzo c’è il dialogo della luce in tutte le sue accezioni e differenti espressioni, da quelle più elementari e consuete, come il fuoco, le ombre, fino agli ultimi ritrovati della tecnica, come i LED organici.

Sorprendente è stata l’opera Time Drifts, dell’artista berlinese Philipp Geist, che ha esplorato il contrasto tra volatilità del tempo e delle parole a fisicità delle cose.

Londra | Gingerbread House di Alma-nac

Immaginate di visitare una casa di 3 m di altezza fatta 2.500 piastrelle di pan di zenzero, di cialde alla vaniglia, di pasta frolla al cioccolato con un lampadario di frutta candita, gli interni, realizzati a mano, in wafer con pareti in biscotti al bourbon, fiumi di glassa e cupcakes colorati su cornetti zuccherati come ornamento da giardino, il tutto sotto un cielo di palloncini e nuvole di meringa.

Non siamo Hansel e Gretel o nemmeno nella fantastica fabbrica di cioccolato di Willy Wonka, ma siamo a Giant Edible Gingerbread House, un’installazione di Alma-nac Architects Collaborative presso il Brunswick Center, che l’ha anche commissionata per raccogliere fondi per il Great Ormond Street Hospital di Londra.

La casa, in mostra il 3-5 giugno 2011, è stata divorata in tre giorni da un migliaio di bambini e dai loro genitori, altrettanto entusiasti. Quando la casa era ridotta quasi al collasso, è stata smontata e utilizzata come compost per crescere alberi di mele.

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