Un auditorium di carta per L’Aquila

Sembra che il progetto dell’architetto giapponese Shigeru Ban per L’Aquila di un auditorium temporaneo da 230 posti sia finalmente passato alla fase operativa dopo essere stato approvato in una nuova versione. Il progetto ha alle spalle come spesso accade in Italia per l’architettura contemporanea una vicenda tormentata. Durante il summit del G8 di quest’anno il primo ministro giapponese Taro Aso aveva presentato il modello. Inoltre il progetto è stato donato dall’architetto giapponese che si è anche incaricato di trovare metà dei fondi (€500.000) per realizzare l’opera mentre l’altra metà è stata donata dal governo giapponese. Il progetto originario prevedeva una nuova sede per il conservatorio e l’auditorium annesso: un complesso su due piani che avrebbe occupato un’area di 3800 metri quadrati, con aule dai 20 ai 40 posti ed un auditorium per 600 persone. Sarebbe stata utilizzata la copertura di una struttura preesistente in acciaio, mai completata. Il progetto prevedeva strutture in legno e grandi pilastri di cartone precompresso, una tecnologia già sperimentata da Ban per altri suoi interventi post sisma. In un secondo momento l’amministrazione locale ha deciso di dividere il progetto in due parti. La Protezione Civile si sarebbe occupata della realizzazione del Conservatorio, mentre l’Auditorium sarebbe stato realizzato con un intervento distinto. Il primo progetto-quello del conservatorio- è stato così archiviato e sostituito con una struttura provvisoria realizzata con gara dalla protezione Civile (il Musp di Colle Sapone). L’architetto giapponese è successivamente tornato a L’Aquila con un nuovo progetto. Questa volta per il solo auditorium temporaneo. Approvato a fine gennaio 2010, il progetto è stato presentato il 16 marzo scorso dallo stesso Shigeru Ban, in occasione di una conferenza tenuta presso l’Università dell’Aquila. Nel nuovo progetto l’auditorium ha una pianta quadrata con il lato di 25 metri. All’interno un’ellisse disposta diagonalmente ospita la sala principale da 230 posti. La copertura è a piramide ribassata. Anche per questo progetto Ban ha previsto tubi in cartone precompresso per sostenere la copertura. Sacchetti di sabbia riempiranno la scaffalatura metallica che disegna la struttura della sala per l’insonorizzazione dello spazio. Tutte le strutture saranno smontabili e rimontabili altrove. L’architetto giapponese è famoso per i suoi progetti che sperimentano con materiali economici e riciclabili come il cartone o il bamboo in risposta alle emergenze provocate dai disastri naturali . Ban ha costruito molti di questi progetti in tutto il mondo e in aree povere interessate da catastrofi collaborando spesso con un network di volontari membri per lo più del VAN voluntary architects’ network che ha fondato egli stesso nel 1995.

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