Il museo sottomarino

Una galleria immersa nel profondo blu. Giacciono così, in fondo al mare dei Caraibi, al largo di Grenada o in quello del Messico, le sculture dell’artista inglese Jason de Caires Taylor. A difesa dell’ambiente, i suoi lavori vengono installati nelle acque più immerse per sostenere l’ecosistema marino. Corpi umani in azione, gesti e sentimenti quotidiani animano il regno dei pesci. Un ciclista che pedala, uno scrittore seduto al tavolo intento a scrivere il suo romanzo, i nuovi abitanti del mare si prestano alle metamorfosi e ai cambiamenti. L’artista stesso ha reso le sue sculture appositamente ruvide e porose, creando così degli speciali spazi che permettono ai pesci di andare in perlustrazione alla ricerca di cibo e ai coralli di “fare presa”. Resti di “colonie morte” di coralli sono state applicate per favorire ai nuovi organismi vivi di aggrapparsi alla superficie sconosciuta.
Lo scopo è anche quello di mettere in evidenza i processi naturali che si attivano nell’ambiente sottomarino e la bellezza dell’habitat che le circonda. Lasciando che le alghe e i molluschi vi crescano sopra liberamente, le statue si evolvono con la natura e ne subiscono la lenta colonizzazione, mimetizzandosi sempre più con uno straordinario, inalterato fondale. Corrose dall’acqua, levigate dalla sabbia e dalle correnti, le sculture sommerse creano, così, una scogliera artificiale utile al ripopolamento della vita sottomarina.

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