La cosa che colpisce immediatamente guardando l’Espacio Andaluz de Creación Contemporánea è il motivo esagonale che percorre il tutto. I progettisti, lo studio madrileno Nieto Sobejano Arquitectos dicono di essersi ispirati –effettivamente siamo nel cuore dell’Andalusia- all’architettura tradizionale islamica con la sua capacità di creare spazi multipli e isotropi.
L’edificio in questione non è un organismo centralizzato ma è generato dalla connessione di diversi ambienti che si susseguono l’un l’altro e sono disposti tra loro in diverse combinazioni: una sorta di pattern geometrico che si ripete. Le stanze esagonali creano un percorso sinuoso attraverso l’edificio e ogni spazio può essere usato sia come area espositiva che come spazio creativo. Muri, soffitto e pavimenti sono tutti in cemento armato evocando, in parte, uno spazio industriale. Allo stesso tempo il cemento si offre come uno sfondo neutro su cui intervenire in maniera creativa.
Degli “imbuti” esagonali scendono dal soffitto per fare entrare la luce, e aperture più piccole lungo le pareti che contribuiscono anch’esse all’illuminazione naturale. Queste aperture riprendono il pattern esagonale e alla notte le aperture sul lato lungo il fiume Guadalquivir vengono illuminate con dei LED come la facciata progettata dallo studio tedesco Realities United. Oltre agli spazi espositivi, il centro ospita workshops, laboratori per gli artisti, un auditorium, il caffè e la mediateca.
Qui, un link di un bel video sull'edificio realizzato dallo studio grafico spagnolo Taller de Casqueria.
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