Chic come un bistrot parigino, costellato da piastrelle lucide e immerso in uno scheletro di metallo industriale, Meat West è il ristorante a firma di Framework Studio ad Amsterdam. Sito all’interno di un ex deposito di tram in riparazione a De Hallen, l’incubatore restaurant-concept offre un interior design che combina una tavolozza di materiali a contrasto tra soluzioni tech e artigianato locale.
In un’area di 360 m² il ristorante è un elegante spazio aperto, racchiuso in un architettura industriale sotto una vibrante texture di lucernari in vetro e metallo. A causa del patrimonio industriale del luogo, Framework Studio ha dovuto affrontare una vera e propria sfida, il poter creare angoli d’intimità per gli avventori, ma la soluzione creativa è arrivata studiando gli elementi di contrasto tra materiali e colori, forme regolari e ruvide, forme geometriche e linee grafiche, nonché una perfetta combinazione tra design e illuminazione.
La cucina è il cuore vivo del ristorante dove si possono osservare gli chef mentre lavorano le proprie creazioni. La disposizione lineare dell’arredamento ricorda i lunghi vagoni dei treni sulle rotaie, dove gli iconici tavoli e gli schermi grafici garantiscono un certo livello di privacy seppur collocati in un’unità open-space.
Foto di Peter Tijhuis.
Il Maruhon Ryokan è un complesso alberghiero del 17° secolo nella prefettura giapponese di Gunma, che nel tempo ha subito diversi ampliamenti e ricostruzioni. Lo studio Kubo Tsushima Architetti ha ridisegnato lo stabilimento balneare, sito sul nodo di passaggio tra due ali di alloggi.
Dal livello della strada, l’edificio sembra seguire la forma architettonica tradizionale con tanto di tetto a due falde, ma l’interno minimal è costituito da travi curve in legno, che creano una parete separatoria tra un bagno e uno spazio relax. “Per costruire la panchina, abbiamo utilizzato del cipresso giapponese”, ha spiegato l’architetto “perché ha un piacevole aroma, e rende le persone rilassate che reclinabili in panchina dopo il bagno.”
Attraverso la fluidodinamica computazionale, che analizza l’algoritmo sul flusso del fluido, gli architetti hanno progettato il design della ventilazione. Il vento naturale viene guidato dalla finestra del bagno, sito al piano terra, e quando lo spazio è troppo riscaldato dai vapori dell’acqua di sorgente che sgorga in una piccola piscina sommersa nel pavimento da un rubinetto in bambù nero, questo confluisce verso la finestra sul tetto. L’obiettivo di questo progetto è una pianificazione a lungo raggio per attirare turisti e per promuovere la zona per la sua sostenibilità.
Sviluppi monumentali per i due principali aeroporti della città di New York. Il governatore, Andrew Cuomo ha annunciato di recente che verranno investiti 4 miliardi di dollari per il nuovo aeroporto LaGuardia e trasformato lo storico ed iconico centro di volo internazionale TWA del JFK in un grande e moderno hotel, sviluppato attraverso una partnership tra MCR Development LLC e JetBlue.
Dalla celebre architettura di Eero Saarinen il nuovo progetto di ristrutturazione prevede 505 camere, 3716 m² per conferenze, eventi e spazi di incontro e un ponte di osservazione di 929 m². Tyler Morse, MCR Ceo, ha dichiarato alla stampa, quando sono stati presentati i primi render del progetto, che ”il TWA Flight Center Hotel celebrerà e preserverà il capolavoro di Eero Saarinen, riaprendo al pubblico in cui i visitatori internazionali e newyorkesi potranno vivere nella straordinaria icona di metà secolo con la sua magia del Jet Age.”
La notizia ha mobilitato l’Istituto per la simulazione e la formazione universitaria della Florida centrale che organizzerà un team per documentare digitalmente la struttura storica e i significativi cambiamenti attraverso l’applicazione di scansioni laser 3D di ultima generazione.
Di fronte alle Terme di Diocleziano, nel cuore di Roma, Palazzo Montemartini è il connubio tra comfort, lusso e linee architettoniche all’avanguardia nel settore della ricezione di prestigio. Design innovativo e high tech in elementi classici che caratterizzano l’hotel del Gruppo Ragosta Hotels Collection. 85 camere di cui 25 suite e junior suite, 28 De Luxe, 28 Superior, più sale lounge bar adibite per eventi e congressi.
Dopo un restauro di circa 3 anni, all’interno del palazzo storico dell’agenzia di trasporto autoferrotranviario del Comune di Roma, Palazzo Montemartini è il segno evidente che unisce storicità con evoluzione; concept degli artefici del restyling, l’Ottaviano Architetture di Napoli e il King e Roselli Associati di Roma.
Facciate neoclassiche ricche di fregi, cornici in travertino e stucchi convivono con gli interni inalterati, ma stravolti nella loro natura e funzione, inquanto sapientemente combinati con pezzi di design contemporaneo. Infatti, quella che un tempo era la biglietteria o gli uffici direzionali, lasciati intoccati per mantenere il carattere originario, oggi sono reception e suite, rifiniti con materiali contrastanti ed elementi di ultima generazione.
Una grande parete in onice massello retroilluminato contraddistingue la hall. La pietra è, infatti, l’ elemento onnipresente che impreziosire l’edificio in tutti suoi ambienti; dai pavimenti e rivestimenti del bar, alle vasche da bagno e le docce all’interno delle suite. Le trasparenze del vetro scandiscono lo spazio interno delle camere, così come negli spazi pubblici. In questa fusione di elementi l’acqua è, però, il leitmotiv della struttura, che l’attraversa tutta, dalla hall, alle camere, dai corridoi fino alle 3 piscine a diverse temperature del centro benessere.
Il risultato complessivo è, quindi, un hotel a 5 stelle in cui la varietà di ambienti marca un’identità distintiva e di grande suggestione.
Nel distretto Zhongshan di Taipei, Raw è l’originale ristorante open space nato della collaborazione tra l’architetto Weijenberg e lo chef André Chiang.
Elemento caratterizzante, lungo 64 m, è una grande scultura sinuosa in legno dalle forme organiche, che accoglie gli ospiti all’ingresso ed attraversa tutto lo spazio fino a fondersi nella sala principale. Qui, gli arredi, i tavoli e le sedie sono disegnati appositamente, realizzati con legno locale e dal design insolito, rendendo l’ambiente originale e variegato.
La forma flessuosa della grande scultura è stata resa possibile grazie alla malleabilità del materiale ligneo, infatti come afferma l’architetto: “Il legno è un materiale eccezionale per essere scolpito e modellato e, le nuove tecnologie rendono il legno un materiale ulteriormente interessante con lui poter lavorare”.
Il fronte, interamente trasparente, mette in mostra gli interni del locale, catturando l’attenzione dei passanti.
Acciaio e sistemi di controventatura sorreggono la struttura di legno dall’interno, studiati per rispondere alle oscillazioni laterali in caso di terremoti (molto frequenti a Taipei). L’assenza di colonne e di elementi verticali in oltre 1300 m² creano un effetto senza soluzione di continuità visiva.
Per chi programma in questi giorni un viaggio a Milano in occasione del Salone del Mobile, del Milano Design Week 2015 e magari per curiosare le architetture dei padiglioni in costruzione nel cantiere Expo 2015, e desidera fare una pausa ristoratrice, di recente apertura, abbiamo scoperto il Carlo e Camilla in Segheria.
Situato nell’affascinante zona dei Navigli, il nuovo ristorante e cocktail bar è il mix vincente di tre grandi partner creativi: lo stellato Michelin, Carlo Cracco (non ha bisogno di tante presentazioni), il rappresentante mondiale della cucina italiana ad alti livelli e chef-patron del Cracco Peck, classificato tra i Top 50 ristoranti al mondo; Tanja Solci art director a Milano e proprietario del locale, che originariamente era una vecchia segheria acquisita dai suoi nonni nel 1930; e in ultima Nicola Fanti, il gestore del ristorante.
La magia e il successo di Carlo e Camilla in Segheria è in questa coesistenza fondamentale e leggera tra creatività / arte / ristorazione, dove il cibo è Il Protagonista come in un film. Premiato come ‘Best New Restaurant’ in Wallpaper Magazine Design Awards 2015, il ristorante ha conservato la struttura originale, lasciata intatta come un’opera d’arte, e viva in ambiente vintage-industriale dal tocco slanciato e sexy dato dai grandi lampadari di cristallo. Un unico tavolo bianco di 25m dà posti a sedere per 65 persone che condividono un solo spazio e in comune come per un pranzo domenicale in famiglia; ornato da teli in carta e tovaglioli disegnati da Gianluca Biscalchin, le sedie Cappellini dedicate ad un lato della tavolata per un Lui con il modello Fronzoni ’64 e l’altro lato per una Lei con la Morrison ed il porcellanato storico e pieno di ricordi di Richard Ginori.
Foto di Nathalie Krag.
Lo studio di architettura americano Morphosis Architects capitanato da Thom Mayne, vincitore del Pritzker Prize, ha presentato di recente il 7132 Tower, primo progetto elvetico di un grattacielo-albergo di 381 m di altezza a Vals, proprio adiacente alle celebri Therme Vals di Peter Zumthor.
Una torre in vetro che specchia il paesaggio circostante delle montagne svizzere.
“Per quanto possibile, l’hotel è un atto minimalista che reitera il sito e offre allo spettatore un mirroring; prospettiva rifratta del paesaggio”, afferma l’architetto.
L’edificio di 53.000 m² comprende 107 camere e suite, oltre a centri benessere, una sala da ballo e una biblioteca, ristoranti, caffetteria, piscina, un centro fitness, bar e ovviamente uno sky bar con vista panoramica esclusiva delle Alpi.
Struttura dalla pelle riflettente e dal profilo snello in camouflage con il paesaggio è un’astrazione tra valle e cielo. Il nuovo hotel è definito da tre forme principali: una pedana che collega l’edificio con le strutture limitrofe, una piattaforma per ristorante, bar, centro benessere e servizi pubblici aperti al pubblico e tutto in altezza le camere con affaccio al paesaggio.
Rafael Viñoly, architetto uruguaiano con sede a New York, ha disegnato lo Sky Garden al 35° piano di un edificio su Fenchurch Street di Londra.
Un parco pubblico che simula un viaggio attraverso i sentieri di montagna e progettato dallo studio Gillespies, offre una delle migliori panoramiche sulla città, strutturato su tre livelli terrazzati.
Il livello superiore assomiglia ad una foresta ombrosa piena di alberi di fico e felci, quello centrale offre un display di cycas e quello inferiore è ricco di piante colorate amanti del sole, tra cui il giglio africano, l’uccello del paradiso ed erbe aromatiche come la lavanda francese ed il rosmarino.
Sparsi nello spazio sono presenti una serie di bar e locali di ristoro compreso un ristorante di cucina tradizionale britannica e uno Sky Pod Bar per un totale di 400 posti a sedere.
Atmosfera suggestiva da mille e una notte, charme ed intimità marocchina sono le caratteristiche inconfondibili del Dar Darma, sito nell’antico Riad del quartiere Moqf, nel cuore della medina di Marrakech.
Prestigiosa dimora del XVIII sec. di proprietà di due italiani, recentemente restaurata salvaguardando gli elementi di pregio che decorano gli interni come le volte in legno dipinto a mano, preziosi gessi, portali antichi, pavimenti a scacchiera, lussuosi arredi e decori su muri non intonacati, ma stuccati secondo lo stile marocchino tadelakt, un rivestimento murale a base di calce brillante e impermeabile, nonché preservare le spesse mura per godere della quiete assoluta, lasciando fuori il vociare affascinante ma anche stressante di commercianti e artisti.
Lussuosissimo e dal design inconfondibile, gli interni del Dar Darma sono in stile marocchino rivisitato in chiave moderna, dove coesistono forti elementi della tradizione e pezzi di contemporaneità; per viaggiatori esigenti, che amano la quiete e circondarsi da ricercate bellezze, dispone di 4 suite e 2 appartamenti arredati da forniture minimal chic e decori dalle tinte terrose e calde. Un patio circondato da colonne con al centro un bacino d’acqua, tipico nelle antiche abitazioni nobiliari del Marocco e terrazze ombreggiate da tende e dalle viste panoramiche che guardo sui tetti delle case della Città Rossa, il Palazzo Reale e il minareto della Moschea Koutoubia fino all’orizzonte con il contorno delle catene dell’Atlante. Un’area pranzo curata dallo chef Maria, che organizza anche corsi di cucina fornendo un modo divertente per imparare nuove e tipiche ricette, una zona sole con lettini ed una piscina, ideale per rinfrescarsi nelle ore più calde. Al piano terra, infine, non poteva mancare il tradizionale Hammam, elemento culturale di tendenza per le nuove strutture a 5*lux.
Stile casual naturale per il ristorante Simple, in centro Kiev, a firma dello studio di progettazione Brandon in collaborazione con l’interior designer Anna Domovesova, che oltre agli interni ha sviluppato il nome, il logo e il corporate identity.
Un ristorante/fast-food per una clientela giovane che ama la cucina semplice ed originale con ingredienti locali e di stagione. Il nome del ristorante esprime il suo spirito volutamente up-to-date, perché il focus era non entrare nei meccanismi di esclusività e di classificazione del tipo vegetariani, vegani o da fattoria. Dopo diverse varianti, il nome in “Semplice” è stato il più appropriato per la sua veste mininal senza supporti di testimonial, simboli o altro.
In uno vecchio edificio a mattoni, la sala principale del ristorante originariamente era un passaggio dalla strada al cortile, che ne caratterizza l’insolita e progettualmente complessa forma molto stretta (16 m longitudinali e 2,7 m trasversali). Colori naturali e materiali “poveri” come il legno, il compensato o la carta sono la base dell’ambiente di questo ristorante che nell’arredamento si ispira al redesign dove dei rastrelli da giardino sono gli appendiabiti, dei taglieri sono i menu per le bevande e le lampade sono delle bottiglie di plastica riciclate.