Il verde viene innalzato dal cuore urbano della periferia occidentale di Parigi. Si tratta della sommità della scuola primaria a firma degli architetti parigini Chartier Dalix.
La scuola, composta da 18 aule, un centro sportivo pubblico e un’isola bosco, è un omaggio architettonico alla biodiversità. 5.164 mq di edificio altamente compatto, progettato come una conchiglia che racchiude un paesaggio vivente.
L’obiettivo è simulare un ecosistema autosufficiente, che grazie anche alla recinzione a parete in blocchi prefabbricati di calcestruzzo con delle rientranze irregolari atte a creare nuovi ambienti per la crescita spontanea di piante e habitat per la fauna selvatica.
Immagini di Cyrille Weiner.
Lo studio di architettura americano Morphosis Architects capitanato da Thom Mayne, vincitore del Pritzker Prize, ha presentato di recente il 7132 Tower, primo progetto elvetico di un grattacielo-albergo di 381 m di altezza a Vals, proprio adiacente alle celebri Therme Vals di Peter Zumthor.
Una torre in vetro che specchia il paesaggio circostante delle montagne svizzere.
“Per quanto possibile, l’hotel è un atto minimalista che reitera il sito e offre allo spettatore un mirroring; prospettiva rifratta del paesaggio”, afferma l’architetto.
L’edificio di 53.000 m² comprende 107 camere e suite, oltre a centri benessere, una sala da ballo e una biblioteca, ristoranti, caffetteria, piscina, un centro fitness, bar e ovviamente uno sky bar con vista panoramica esclusiva delle Alpi.
Struttura dalla pelle riflettente e dal profilo snello in camouflage con il paesaggio è un’astrazione tra valle e cielo. Il nuovo hotel è definito da tre forme principali: una pedana che collega l’edificio con le strutture limitrofe, una piattaforma per ristorante, bar, centro benessere e servizi pubblici aperti al pubblico e tutto in altezza le camere con affaccio al paesaggio.
È di Kengo Kuma la firma del Daiwa Ubiquitous Computing Research, l’edificio predisposto per lo studio del ramo informatico che esplora come connettere persone in network online permanentemente.
In un’architettura lontana dall’immagine di campus a cui si è abituati, solitamente in cemento o metallo, il Hongo Campus di Tokyo, prestigiosa università giapponese, è incluso in un’area di 68mila m² e composto da due piani interrati e tre in superficie.
Il design piuttosto leggero, fatto di pannelli in legno dolcemente modellati, presenta una superficie modulata con lamelle verticali facilmente assemblabili e pensate per il mero effetto estetico. L’ingresso sottostante appare come un’entrata cavernosa con ampio impiego di legno e vetro a privilegiare l’elemento luminoso e l’apertura verso il parco. Centinaia di sottili strisce in cedro coprono la facciata del complesso che nonostante la necessità di una struttura compatta e funzionale offre una forma organica all’ambiente circostante. Secondo l’architetto il progetto dev’essere emanazione di un piano più vasto che abbraccia l’ambiente, sapendo assecondarne la morbidezza e sperimentando originali collegamenti tesi all’integrazione degli elementi naturali con al centro la dimensione psicologica dell’ambiente.
Smart City 2050 Paris è una proiezione avveniristica dell’architetto Vincent Callebaut sull’impianto urbanistico della capitale francese.
Il concept del progetto fa chiaro riferimento alle foreste a mangrovia dalla forma distintiva dell’albero dalle ”radici accessorie”. La ricerca e lo sviluppo per la metropoli esaminano il ruolo dell’architettura high-rise che persegue un piano energetico mirato a ridurre del 75% le emissioni gas a effetto serra entro il 2050. Callebaut presenta otto diverse tipologie di architettura, ognuna integrata da elementi della natura e dalle energie rinnovabili, inserita all’interno del tessuto urbano come estensioni verticali.
Picchi bioclimatici per ospitare uffici, alberghi e abitazioni, che si ergono sulle strutture esistenti del manto metropolitano e delle vie più commerciali, triplicando l’alloggiamento e distribuendo i carichi strutturali attraverso i vecchi condotti dei camini. Tre tipi di energia rinnovabile saranno disposti per ogni torre: una diurna con enormi pannelli fotovoltaici per produrre energia elettrica e acqua calda, una notturna con una stazione di pompaggio idro-elettrico per evitare di immagazzinare energia elettrica e una per piano abitato attraverso balconi-giardino che fanno da fito-depurazione e bio-compostaggio. Infine, il dettaglio delle facciate tubolari che saranno composte da celle di Grätzel per creare una pelle foto-elettrochimica.
Nel perimetro del celebre Triangolo Nazionale, dove sono localizzati il Palazzo del Parlamento e il Ministero della Difesa, il Nuovo Centro Congressi di Canberra in Australia, che ospiterà l’Australia Forum, sarà realizzato nel 2020 dallo Studio Fuksas in collaborazione con la Guida Moseley Brown Architects.
27mila m² che si affacceranno sul lago artificiale Burley Griffin sarà sede per uffici, negozi, sale per riunioni ed eventi espositivi, congressi per 3.000 persone e Centro per il Dialogo. Quest’ultimo da realizzarsi separato dal complesso e caratterizzato da un’architettura tozza a forma simil ad un fungo.
Decisamente flessuosa e bombata, la copertura della struttura richiama concretamente l’architettura di un’ellisse attraversata da diaframmi vetrosi che racchiudono l’enorme bolla interna. Il design è esplicitamente orientato a stabilire un ruolo paesaggistico centrale nel futuro skyline urbano, dove la sua forma schiacciata e traslucida mira a integrare l’elemento metropolitano con il dolce paesaggio collinare alberato alle sue spalle e i riflessi tra cielo e acqua.
Uno spazio di 1.927 m² ispirato ad una serie di piante in vaso per un nuovo asilo a Copenaghen. Lo studio COBE in collaborazione con gli architetti paesaggistici PK3 e gli ingegneri D.A.I. ha ripensato questo suolo urbano progettando una moderna struttura day-care con capienza di 160 posti destinata a bambini da 0 a 6 anni.
Il complesso è stato concepito per mantenere caratteristiche di sicurezza e intimità per i bambini, da qui il carattere raccolto tipico di un villaggio. L’architettura si compone di 5 volumi sovrapposti, che condividono un ampio spazio ricreativo circondato da un recinto di lamelle rosse in laterizio disposte verticalmente, echeggianti lo stile e il colore dei mattoni orizzontali tipici del quartiere. La forma risulta sinuosa e flessibile in armonia con il preesistente skyline.
Il progetto, portato a termine nel 2014 partendo da un’area verde composta da alcuni alberi sparsi nella zona residenziale del “De Gamles By”, ha ottenuto il riconoscimento del Mies Arch 2015. Il design razionale e compatto dall’esterno, si sviluppa all’interno con ampi spazi total white e piani collegati da rampe metalliche a spirale. L’ambiente, volutamente privo di angoli, risulta luminoso e ordinato, teso a rispondere efficientemente sia all’esigenza di funzionalità quotidiana che all’attività dei piccoli ospiti.
Prato ondulato a Marne-la-Vallée, una nuova cittadina a 20 km da Parigi. Si chiama Espace Bienvenue in memoria di Fulgance Bienvenue ed è un progetto di 35.300 mq a firma di Jean-Philippe Pargade costato € 95 milioni.
Le “radici” in cemento armato delle distese verdeggianti sono sede polivalente di laboratori, uffici, aule, impianti sportivi e un ristorante di un campus Cité Descartes di ingegneria civile. Unità vetrate in un’architettura a volta, che si avvale di tecniche spesso riferite a costruzione di ponti. Dal punto di vista ambientale il suo design si armonizza con lo spazio circostante, offrendo quasi sette ettari di verde in contrapposizione con l’edilizia del contesto urbano.
Il progetto integra sistemi di bio-climatica per il risparmio energetico, la struttura è orientata verso il sole per massimizzarne l’esposizione con metodi di ventilazione naturale, tecniche di raccolta dell’acqua piovana e materiali isolanti. Il suo riscaldamento e rinfrescamento è geotermico, dato da un impianto idrico sotterraneo; principio che si avvale del suo concept naturale e cioè di una perfetta struttura viva che nasce dal sottosuolo.
Immagini di Sergio Grazia e in copertina Luc Boegly.
Sito su una penisola artificiale alla confluenza dei due principali fiumi della regione, il Musée des Confluences a Lione, in Francia ha aperto al pubblico poco prima di Natale.
46.476 m² di superficie lorda, progettata da Coop Himmelb (l) au per ospitare la collezione del museo di storia naturale di oltre 2,2 milioni di oggetti. L’architettura dell’edificio è composta da una serie di forme irregolari e di elementi sporgenti, tutti elevati su una piazza pubblica, mentre gli spazi interni sono collegati da una struttura a ponte curvatura. Il viaggio attraverso la struttura è su tre sezioni principali note come The Crystal, The Cloud e The Plinth, che dividono le nove sale espositive, la biblioteca / negozio, l’ingresso per il pubblico verso i due auditorium con 327 e 122 posti a sedere e gli ambiente di lavoro per classi, conferenze e riunioni.
“Le sue forme chiare e leggibili rappresentano il mondo in cui ci muoviamo ogni giorno. La nube, invece, contiene la conoscenza del futuro. Quello che si sa e ciò che è da esplorare sono intesi in Musée des Confluences come design dello spazio sperimentale per stimolare la curiosità del pubblico”, così come viene descritto il gateway iconico dal rappresentante dello studio austriaco, l’architetto Lupo D Prix.
Lo studio di architettura Stufish Entertainment Architects ha recentemente completato il Movie Park Wanda, il primo cinema al coperto (100.000 m²) più grande al mondo.
Costato $ 690.000.000 il Wanda Movie Park è stato progettato per il Dalian Wanda Group con lo scopo di ospitare diverse attrazioni cinematografiche e multi-dimensionali di ultima generazione, tra cui sale 4D e 5D, un teatro di volo, spettacoli dal vivo immersivi ed interattivi, nonché uno spazio dedicato al teatro. Il Wanda Movie Park è soprannominato “Campane d’oro” per il suo design, che trae ispirazione da una reliquia locale di 2.000 anni fa chiamata appunto campane Wuhan Bianzhong. 24 sono in totale le campane (la più alta è di 60 m d’altezza) che compongono la struttura dell’edificio generando nell’insieme una forma ondulata. La facciata è coperta da 11.000 pannelli in alluminio verniciati in fluorocarbonio dorato autopulente e realzzati tutti su misura. Inoltre, strisce di LED riempiono i vuoti 10 cm tra le file orizzontali dei pannelli, dando all’edificio, di notte, un effetto avvolgente e un bagliore vibrante.
A livello strada, nelle aree interne adibite per i ristoranti e le strutture commerciali, sono previste delle superfici vetrate che permettono viste generose fronte lago. Solo l’ingresso dell’edificio, che sorge in una campana vuota, è appena oltre una grande tettoia senza colonne. Il concept design dell’edificio, infine, ha seguito con particolare attenzione le tradizioni delle pratiche agricole della provincia di Hubei, in cui la cittadina di Wuhan si trova, con la progettazione di una piantagione sul terrazzo, posti a sedere all’aperto e giochi d’acqua.
Situato nella provincia di Shanxi, Cina del nord, il teatro Wutai ha la forma di una grande montagna dai volumi ascendenti. In grado di ospitare 1.600 spettatori alla volta è un progetto del Pechino Istituto (BIAD), sotto la direzione di Zhu Xiaodi.
L’architettura dell’edificio corrisponde in dettaglio con il suo ambiente montano circostante. Piuttosto che tentare di replicare uno dei tanti templi della regione, gli architetti hanno cercato di creare un nuovo tipo di edificio sacro, che attraverso il proprio pattern ondulato che continua per tutto il disegno architettonico, evoca un forte senso dinamico. Sulla facciata sono stati aggiunti dei pannelli riflettenti, che aggiungono ulteriore movimento alla struttura.
L’intero teatro è stato progettato specificamente per una performance dal famoso regista Wang Chaoge, conducendo i visitatori attraverso una serie di superfici avvolgenti di spazi sequenziali, che offrono una particolare illuminazione “interattiva”.