Effetto Bilbao

Un’altra archistar firma un progetto a Bilbao questa volta si tratta del re mida del design Philippe Starck, e l’edificio è quantomeno dall’esterno meno vistoso del celebre Guggenheim di Frank Gehry.  Si è concluso quest’anno ad opera del designer francese, il recupero di un complesso di archeologia industriale a Bilbao che ora ospita il centro culturale e per il tempo libero Alhóndiga. Il complesso in cemento armato e mattoni risalente al 1909 e progettato dall’architetto Ricardo Bastida; era un deposito di vini e alcolici. Considerato un edificio pionieristico per il suo tempo e dichiarato monumento culturale nel 1998 attendeva una nuova destinazione d’uso dagli anni settanta. È stato mantenuto quello che in un certo senso si può definire il guscio dell’edificio. La facciata dell’edificio preesistente è stata preservata, così le strisce di pavimento adiacenti mentre l’interno è stato demolito per fare posto alla nuova architettura. Consulente strutturale di questo progetto il rinomato studio Arup. Il nuovo centro consiste in 3 architetture cubiche all’interno della struttura preesistente. I materiali utilizzati sono mattoni, acciaio, cemento e vetro. Una piazza interna di 6000metri quadri al piano terreno è disseminata di 43 colonne che sostengono i  tre cubi dei nuovi edifici . Le colonne sono dei materiali più disparati ed ognuna si rifà ad uno stile del passato dall’antica Grecia all’estremo oriente col risultato di creare un panorama coloratissimo. Ogni cubo è dedicato a un tema. I tre temi sono conoscenza, benessere, e tempo libero che si traducono in una mediateca, un complesso sportivo, e un centro dedicato ad altre attività complementari per un totale di 40 mila metri quadri dedicati a cultura ed intrattenimento. Ogni cubo ha 3 piani. Sul tetto-terrazza c’è una enorme piscina con una copertura trasparente . Nella parte seminterrata trovano posto i cinema, alcuni spazi espositivi ed un teatro per 400 spettatori. All’ultimo piano del cubo per il tempo libero troverà posto l’Higher Centre for Stage Arts of the Basque Country. Sempre nella piazza interna c’è un enorme sole virtuale che illumina e riscalda. Uno spazio che dovrà catalizzare le nuove idee, movimenti e tendenze per la crescita culturale della città e che, vista l’accoglienza entusiasta, per ora sembra esserci riuscito.

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