Archimonnezza

In questo periodo la parola sostenibilità è particolarmente abusata. Circondati di immondizia fino alle ginocchia ci riesce facile parlare di ‘riciclo’ ‘bio’ e sostenibilità. A Londra invece qualcuno va un pò più sul concreto. Protagonista è la zona a sud del centro, già nota per i suoi ‘pop-up galleries‘, gallerie che spuntano dal nulla in luoghi inaspettati giusto il tempo necessario per una mostra, per il mercato multietnico di Spitalfields e per l’affacinante quartiere ebraico. In questo contesto è approdato l’artista berlinese Martin Kaltwasser, invitato appositamente per realizzare un nuovo teatro. Ovviamente non un teatro qualunque. Jellyfish Theatre (il teatro delle meduse) è un luogo dove possono recitare Simon Wu e Kay Adshead mettendo in scena le loro performance di avanguardia che denunciano i cambiamenti climatici del globo e reclamano i diritti dell’uomo. Il risultato è un contenitore con 120 posti a sedere, creato utilizzando esclusivamente materiale di scarto. Più di 80 volontari hanno portato materiali da riciclare e hanno partecipato nella costruzione di questo straordinario teatro. Materiali di scarto di ogni genere, bottiglie, pezzi di legno, scarti di cantieri e legno in tutte le forme possibili, sono stati utilizzati nel teatro di 750 mq, costruito attuando una specie di “compensato-terapia” globale per migliorare il mondo in cui viviamo. Il risultato è una sorta di scultura sociale partecipata prima, durante e dopo la costruzione dalla comunità che vi abita intorno.

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